PSICOLOGO - PSICOTERAPEUTA: LA DEPRESSIONE IN ADOLESCENZA COSA FARE

Centro Specialistico Depressione-Ansia Attacchi di Panico in infanzia e adolescenza Milano


DEPRESSIONE IN ADOLESCENZA





L’adolescente depresso: quali i segnali

Negli ultimi anni si è verificato tra i giovani un incremento dei disturbi depressivi.
📌Centro psicologico e logopedico Amamente 

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E’ opinione condivisa tra i clinici che si occupano di adolescenti che soprattutto nei più giovani i sintomi depressivi possono passare facilmente inosservati dietro la facciata di un semplice ritiro dalla vita di relazione, evitando sistematicamente ogni nuovo rapporto, o di una discreta noia ed apatia. A differenza dell’adulto l’adolescente si lamenta raramente di essere depresso, al limite potrà dire di sentirsi arrabbiato o angosciato o genericamente infastidito.

La depressione sembra scegliere, per esprimersi, agiti, comportamenti e somatizzazioni.
I sintomi depressivi dell’adolescente ed i loro equivalenti agiti e somatizzati sembrano spesso essere il risultato di un rifiuto di una realtà vissuta come deludente.
La tendenza dell’adolescente ad esternalizzare i conflitti conferisce un peso maggiore alla realtà esterna, e da qui si comprende l’utilità di lavorare nel contesto ambientale: più si è fragili, più il contesto è importante.
Alcuni adolescenti depressi possono essere stati bambini depressi e con poco interesse per l’ambiente circostante, scarsamente motivati e con un’opinione negativa di se stessi. Gli effetti si ripercuotevano poi sul rendimento scolastico. Erano tristi, annoiati dalle cose, soli ed isolati dai compagni.

Le difficoltà di apprendimento sono conseguenza di molti disturbi psichici dell’infanzia e una diagnosi precoce può evitare che il piccolo paziente accumuli un eccessivo ritardo scolastico rispetto ai coetanei.  
Gli insuccessi scolastici li deprimono ancora di più, compromettendo ulteriormente la loro fragile autostima.
I due terzi degli adolescenti depressi presentano una storia clinica di disturbi ansiosi,e questo ci fa ritenere che l’ansia possa predisporre alla sofferenza depressiva.
La depressione può essere favorita da problemi di inserimento scolastico, da conflitti con i genitori, da un’eccessiva critica, da padri poco presenti, da scarse amicizie, da difficoltà ad accettare regole e discipline.

La cosiddetta “depressione mascherata” si manifesta con perdita dell’iniziativa e della concentrazione negli studi, con insuccessi scolastici, disturbi del sonno, dell’appetito, tendenza all’isolamento, lamentele somatiche e preoccupazioni ipocondriache.
L’irritabilità è il tratto prevalente di tutti gli adolescenti depressi, come pure è frequente l’associazione tra tratti depressivi ed aggressivi.
L’adolescente depresso è spesso incapace di tollerare il dolore dell’insuccesso, le critiche dei coetanei, l’abbandono amoroso che diventa per lui troppo mortificante.
Il senso di colpa viene sovente sostituito dall’atroce dolore della vergogna.


Tutti gli adolescenti depressi hanno un cattivo rapporto con il proprio corpo e con il cibo (comportamenti anoressici e bulimici, dimagrimento, obesità o dismorfofobia).
Possono far uso di sostanze stupefacenti ed alcool, per “stordirsi”, per “placarsi”, per “eccitarsi”, per “non sentire il dolore”, per “sentirsi uguale agli altri”, per “vincere complessi di inferiorità e la vergogna di non essere all’altezza delle situazioni” (sono parole dei ragazzi).
Spesso si riscontrano bassa autostima, scarse capacità sociali, eccessivo pessimismo.
In tutti vi è riduzione dello slancio vitale e della progettualità.
Nei casi gravi di depressione può essere presente un’ideazione suicidaria. I dati della letteratura indicano che il comportamento suicidario negli adolescenti si associa spesso ad altri comportamenti a rischio quali in particolare abuso di alcool e di sostanze stupefacenti (Hallofors et al., 2004) e la ricerca di situazioni pericolose (gare di velocità in motorino o in macchina per esempio).


Sintomi che orientano alla diagnosi di un disturbo dell’umore:
 1) disforia – tensione
 2) aggressività
 3) conflittualità accese con insegnanti e genitori
 4) difficoltà con i coetanei
 5) cattivo rapporto con il corpo e con il cibo
 6) ritiro dalle relazioni sociali
 7) lamentazioni somatiche e preoccupazioni ipocondriache
 8) problemi di apprendimento e difficoltà scolastiche
9) in alcuni in più uso di sostanze
 10) attacchi di panico ripetuti (la depressione in adolescenza è ricca infatti di connotazioni ansiose)

Il medico non esperto può ragionevolmente trovarsi in difficoltà nel differenziare una fluttuante modificazione dell’umore da uno stato depressivo vero e proprio.
Ai fini di una corretta diagnosi è utile valutare la flessibilità della condotta e di un sintomo contrapposta alla sua rigidità, nonché il grado di interferenza del sintomo rispetto al funzionamento globale della personalità e all’andamento del processo evolutivo ulteriore. 
La diagnosi di qualsiasi disturbo in adolescenza deve comunque essere oggetto di costante rivalutazione nel corso della presa in carico.


Cenni di strategia d’intervento.
Nei casi gravi di depressione con ideazione suicidaria e tentato suicidio l’intervento terapeutico risulta complesso e necessita di interventi terapeutici diversificati (medico, psicologo, infermiere ecc…), integrati e coordinati (psicoterapia individuale, prescrizione farmacologica, sostegno alla famiglia, interventi riabilitativi – importante la figura dell’educatore).
In alcuni casi si rende indispensabile il ricovero ospedaliero.
Per la maggior parte degli adolescenti che soffrono di depressione di lieve e media entità, che fortunatamente sono la maggior parte (ragazzi che non hanno fiducia nelle proprie possibilità, che non si sentono in grado di rispondere alle richieste esterne), un intervento adeguato e tempestivo oltre ad evitare il cristallizzarsi di una patologia fornisce una grande opportunità di cambiamento.

Trattamenti psicoterapici brevi 

I trattamenti psicoterapici brevi di ispirazione psicodinamica trovano consenso nei giovani.
Un numero limitato di colloqui (da quattro a dieci) può sbloccare un arresto evolutivo e nel contempo protegge l’adolescente dal timore di una dipendenza dal terapeuta, senza limiti di tempo, che può essere vissuta dal ragazzo come troppo regressivante, poco responsabilizzante e limitante la propria emancipazione. L’adolescente sente molto infatti il vincolo della libertà.
I colloqui psicoterapici all’interno di uno “spazio protetto” consentono la possibilità di un confronto, di una chiarificazione e di una riflessione su quanto accade “dentro” e fuori, riavviando così un percorso evolutivo consapevole.

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Ferrigno G., Penati S., Fenocchio M.P., Natta W., Marcenaro M.
Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica, Clinica Psichiatrica – Ambulatorio di consultazione diagnostica e psicoterapica per adolescenti e genitori
Bibliografia
Ammaniti M. (a cura di), Manuale di Psicopatologia dell’Adolescenza, Cortina Editore
Jeammet P., Psicopatologia dell’Adolesceza, Borla, Roma 1992
Pelanda E. (a cura di), Il tentativo di suicidio in Adolescenza. Significato, intervento e prevenzione, Franco Angeli, Milano 2003
Aliprandi M.T., Pelanda E., Senise T., Psicoterapia breve di individuazione, Feltrinelli, Milano 1999
Quagliata E. (a cura di), Un buon incontro, Astrolabio, Roma 1994
Repetti F., Marcenaro M., Ferrigno G., Il trattamento psicofarmacologico dei disturbi dell’umore in Adolescenza, Il Vaso di Pandora, 14(2) 2006

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