★INFORMAZIONI SULLA: DISLESSIA, DISGRAFIA, DISCALCULIA
Abbiamo la fortuna di ospitare su Bravibimbi la Dott.ssa Anna La Guzza che lavora con serietà e passione per dare un aiuto concreto alle
famiglie.
Buongiorno Anna e grazie per il tuo tempo.
So che ti sei laureata a pieni voti in Psicologia clinico-dinamica e che ti sei specializzata in Psicologia Scolastica, prevenzione, valutazione e trattamento dei Disturbi dell’Apprendimento, Emotivi e del Comportamento nell’infanzia.
Vorremmo approfondire con te il tema della dislessia, disortografia e disgrafia (scrittura poco chiara e frequenti errori ortografici).
Per prima cosa, che cosa sono questi disturbi che abbiamo appena citato?
I disturbi che hai citato fanno parte, assieme alla discalculia, della famiglia dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Si tratta di disturbi di origine neurobiologica che determinano una difficoltà specifica nell’ automatizzazione dei processi di lettura, scrittura, calcolo.
Ciò significa che tali disturbi possono essere di origine familiare e che generalmente si rendono evidenti generalmente nei bambini al primo approccio con l’apprendimento dei prerequisiti scolastici. Si manifestano con eccessiva lentezza nel leggere, grosse difficoltà nello scrivere e nell’apprendere il calcolo.
Come può un genitore rendersene conto?
Premesso che la diagnosi può essere emessa solo da équipe accreditate a seguito di un lungo processo di valutazione, esistono alcune particolaritá che contraddistinguono i bambini con disturbo specifico di apprendimento: a fronte di una intelligenza nella norma, manifestano grande lentezza nello svolgimento dei compiti, grande difficoltà a memorizzare lettere, parole, informazioni, filastrocche, rifiuto di andare a scuola con somatizzazioni quali mal di pancia e mal di testa, agitazione e disattenzione in classe, frequenti errori ortografici di lettura e di calcolo, scrittura faticosa o indecifrabile.
Quando è solo una fase transitoria e non occorre rivolgersi a uno specialista?
Frequentemente si tratta solo di una fase transitoria.
Pensiamo che in una classe di 25, il 10% dei bambini manifesta una difficoltà di apprendimento ma solo il 3-5% di essi esprime un disturbo specifico di apprendimento.
Se le misure di recupero attivate dalla scuola o dalla famiglia non hanno successo, occorre rivolgersi urgentemente a un centro specializzato.
Mi scuso in anticipo per la domanda ma… in tutto questo c’entra anche la Logopedia?
Il Logopedista è il professionista che si occupa del trattamento nei disturbi del linguaggio e che in qualche caso possiede gli strumenti per intervenire sulla velocità e la correttezza in lettura e scrittura. Oggi sappiamo che, data la complessità del disturbo, il trattamento dei DSA non si limita a questo. Sono coinvolte infatti molte molte altre aree nella sfera psicologica del bambino, della famiglia, degli insegnanti: potenziamento dell’attenzione, della memoria, delle funzioni cognitive, della motricità, potenziamento del calcolo, della comprensione del linguaggio e del testo, approccio allo studio e metodo di studio, sostegno emotivo e alla autostima, sostegno alla famiglia, formazione e mediazione scolastica..
Per questo motivo la figura più preparata e completa é, a mio parere, lo psicologo specializzato in Dsa.
Ci racconti quali può essere il percorso tipo che viene fatto insieme a un bambino dislessico o con problemi di distografia e disgrafia?
Innanzitutto, spesso dopo un periodo di potenziamento, viene programmato il percorso diagnostico che prevede: una seduta anamnestica con i genitori, almeno quattro sedute di valutazione globale degli apprendimenti, della personalità, del livello cognitivo, una visita neuropsichiatrica, la stesura della relazione e la restituzione ai genitori, il colloquio con la scuola. Successivamente inizia il piano di abilitazione individualizzata, con cadenza bisettimanale. Grazie all’ausilio di strumenti abilitativi e compensativi specifici il bambino ha la possibilità nel tempo di recuperare gran parte delle proprie difficoltà e compensarle gradualmente.
E… quanto può costare… “risolvere il problema”?
Un genitore deve mettere in conto… quante sedute?
Quante volte alla settimana? Per quanto tempo?
Lo chiediamo perché molto spesso i genitori lavorano durante il giorno e anche il semplice portare i figli a fare delle sedute/visite non è così banale come sembra.
Non amo particolarmente la parola “problema” associata ai DSA. Il Dsa è un po’ la cartina tornasole della classe. Il benessere del dsa è indice di buona didattica, applicazione di strumenti compensativi e metodi dispensativi con i quali il bambino può apprendere allo stesso livello dei compagni.
Premetto, a scanso di equivoci, che dsa non è sinonimo di malattia quindi è scorretto parlare di “cura”. Parliamo piuttosto di abilitazione e potenziamento per affermare che le difficoltà del Dsa possono oggi essere in buona parte recuperate, dal momento in cui il bambino impara a conoscere se stesso, le sue risorse, il suo funzionamento cognitivo, i suoi talenti e sei punti di debolezza.
Generalmente viene proposto un intervento settimanale o bisettimanale (a seconda della gravità) in orario scolastico o post scolastico. Nel primo caso il centro emette un documento di frequenza valido per la scuola.
I costi variano molto a seconda della qualità del servizio proposto, della preparazione del singolo professionista o dell’équipe, da zona a zona e dai servizi compresi nel prezzo. Il costo nei privati puó variare dai 35-40 ai € 60-70 euro a incontro. Sebbene i risultati siano visibili da subito in termini di autonomia, serenità, benessere, il trattamento si intende non inferiore ai due anni di frequenza.
C’è un qualche gioco o attività che si possono svolgere in famiglia per, diciamo così, tenere sotto controllo queste problematiche o provare a risolverle?
È sempre necessario non improvvisarsi ma rivolgersi a uno specialista esperto. Che consiglierà ai genitori quali attività o quali compiti svolgere a casa tra una seduta e l’altra, ad esempio schede specifiche, programmi per il pc o su tablet che invogliano l’apprendimento e migliorano il rendimento. L’attività migliore che un genitore può mettere in atto è l’ascolto, attivo, paziente e accogliente del proprio figlio.
Sei sempre riuscita a risolvere i problemi dei piccoli pazienti che sono venuti da te? C’è stato qualche caso più difficile di altri?
In genere se l’équipe ha la piena collaborazione della famiglia e della scuola l’intervento porta presto o tardi i suoi frutti. A volte possono capitare degli imprevisti ad esempio che per vari motivi non si arrivi in fondo a un percorso di trattamento, oppure che i trattamenti che si rivelano più lunghi e difficili di quanto era stato prospettato inizialmente.
Qual è la cosa più bella del tuo lavoro?
Il sorriso dei bambini, ogni volta che mi vengono a trovare.
E quella a cui non ti sei ancora abituata?
La gestione degli appuntamenti e la compilazione delle fatture!
Da Discalculica mi risulta molto difficile, ma grazie ai miei strumenti compensativi, ci riesco.
Ringrazio i miei pazienti che sono molto… pazienti.
Infine, ci dai tre consigli per incoraggiare i nostri figlia alla lettura?
Certamente.
Non pressateli e non assillateli
Siate un buon modello positivo
Appassionateli con frequenti gite in biblioteca, in libreria e lasciate che scelgano il loro libro preferito.
Dott.ssa Anna La Guzza
Direttrice Psicologa presso:
Spazio Luce, Viale Monza 91, Milano (Metro m1 Rovereto)
Centro Amamente, Via Castel Morrone 1/a, angolo Corso Indipendenza, Milano
http://www.centroamamente.it
Laureata a pieni voti in Psicologa clinico-dinamica presso l’Università di Padova e perfezionata poi in Psicologia Scolastica, prevenzione, valutazione e trattamento dei Disturbi dell’Apprendimento, Emotivi e del Comportamento nell’infanzia.
Iscritta all’albo A degli psicologi della Regione Lombardia n. 03/14975.
Articolo
http://www.bravibimbi.it/una-psicologa-in-famiglia/disturbi-specifici-dellapprendimento-dsa/